"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003

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SubSipario

 

 

Giorgio Strehler e Riccardo Muti alla Scala

 

Don Giovanni tra Strehler e Muti

 

di Sara Alzetta


 

Ummmmm... ipnotizzata e impaurita dall' arbitrio da dio pagano all'opera, l'irraggiungibile Lui, Giorgio Strehler .....no, non riuscivo a seguire i suoi giochi, non posso essere utile come testimonianza di alcunchè.

 

Questo posso dire: non ci può essere creazione in setting di regia nella lirica, almeno in Italia.

Alle prove in lirica ci si occupa soprattutto di applicazione di norme sindacali.

Sì questo mi ricordo, che lui, abituato ad avere tutto il giocattolo a disposizione, assolutamente si rifiutava di sottostare ad altrui regole, quindi era sempre nel foyer per protesta.

Alché, gli assistenti, visto che si era nell' "orario di regia", - probabilmente poche ore al giorno, del tempo dell'allestimento - mandavano sul palco noi, i giovani allievi della scuola, per ripassare la scena "giovinetti leggeri di testa".

 

-....IL PALCOSCENICO DELLA SCALA........!!!!  Dimensioni, profondità storica, pesantezza istituzionale....una graticcia infinitamente lontana, un sipario vivo di vita propria che può spazzarti via e ucciderti... - le comparse della Scala: metri e metri in profondità più lontani dal mistero del rituale (le comparse stazionano sullo sfondo), si consultano da un capo all'altro della scena, urlandosi aggiornamenti di normative di categoria, facendo colare la cera dei candelabri traballanti 'mbriachi, tra i cantanti, qualcuno ci sta al teatro, gli altri vogliono solo fare suono...

 

- e il MMaestro, per non incazzarsi, torna in foyer, o in bagno a tirare coca -.

 

Ma era tanti anni fa, ora è diverso, i cantanti si sono abituati ai registi, e sono tutti più magri. l'esercente del bar interno, una sorta di bar aziendale, è come una vecchia nutrice -memoria e rimpianti -, depositaria dei segreti più inconfessati di divinità di passate stagioni, te li confida tutti prima che sia sceso il caffè, questa flaccida, pallida, trascurata balia (con baffi e parrucchino, però), centrifugati per le allieve della scuola di danza - anche loro, tutta gente che vive lì...

 

Paninazzi belli imbottiti per i cantanti, che sempre temono il calo d'energia… mi sono persa molte volte nei corridoi interni della Scala, l'istituzione scava i suoi incoerenti percorsi. 

 

Poi mi ricordo che non si parlava d'altro che del prezzo esorbitante del pavimento della scena - di Damiani, storico scenografo del Piccolo Teatro -, una roba che sembrava ossidiana, su cui, il giorno della prima, un mimo scivolò proprio all'apertura del sipario, e rimase in terra per tutta la scena, non sapendo cosa fare.

Chissà a chi deve aver dato il culo, quello li, per poter lavorare ancora.

 

 

Sara Alzetta è un'attrice. Si è diplomata alla Scuola Europea del "Piccolo Teatro" di Milano diretta da Giorgio Strehler, Con la regia di Strehler ha recitato in "Arlecchino servo di due padroni" di Goldoni, in "Faust. Frammenti" di Goethe e in "Tre sorelle" di Cecov. 

 


 

 

 

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