"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 9 ottobre 2004

 


Čechov, Céline, Bulgakof, Benn: I medicamenta del dottor Scrittura

 

16. Čechov: il guarito immaginario

 

 

 

 


 

Nessuna Medicina –

e dunque - non era malattia –

Né occorreva un Chirurgo –

e dunque - non era Pena

(E. DICKINSON, 559)

 

Nello stesso momento (1884), a ventiquattro anni, Čechov diventò medico e malato. La sua scelta fu curarsi con unaccurata assenza di cure, ignorando la tisi: “mi spavento solo quando vedo il sangue: nel sangue che vien fuori dalla bocca c’è qualcosa di sinistro, come nel bagliore di un incendio” (1888).Fin quasi alla fine, questo il sillogismo: 

 

“Terribile è ciò che non si teme; in compenso, ciò che desta le nostre apprensioni non è terribile. So dunque che morirò di una malattia che non temo. Ne consegue che se ho paura, non morirò”  

(Lettera a S. Suvorin, 24 agosto 1893).

 

Consolazione per i riottosi alle medicine preventive come alle estreme: se parla così un dottore!...

 

Come i pazienti più discoli, il dottor Čechov, dunque, dalla malattia ricava una consapevolezza, ma non una pratica: “I medici hanno individuato un processo apicale nei polmoni e m’hanno prescritto di cambiar metodo di vita. Capisco la prima cosa, non la seconda, perché quasi impossibile” (Lettera a Aleksèj S. Suvòrin, 1° aprile 1897). Impossibile, come del resto, non morire, dato che  “persino respirare è nocivo” (Lettera a Eléna M. Šavròva, 28 febbraio 1895). - Bouvard, Pécuchet, e il loro nipotino di Trieste Zeno, applaudirebbero entusiasti.

 

Čechov vivrà fino al 1904: tisico per vent'anni, sempre convinto che sarà in ogni caso ottima cosa non pensare troppo alla salute, dato che - sarà d’accordo il dottor Benn! - pensarla è già perderla: “Basta infatti mettersi a spiare il proprio cuore, ascoltarne il battito, perché le pulsazioni aumentino” (Lettera a Nikolàj A. Léjkin, 17 aprile 1887)

 

Come questo dovere di spensieratezza vada d'accordo col sillogismo precedente, è evidentemente un koan che si pratica e non si predica, e tale resti. 

 

Nel 1895 Čechov, cronicamente ateo e malato, è un uomo quasi ricco: ancora più che ricco, generoso. Preferendo fare il medico che l’ammalato, curava i muziki gratis e questi accorrevano dalle campagne alla dacia di Melichovo. - In verità, amava fare un sacco di filantropiche cose: spendere molti soldi e molto tempo perché si mettessero a posto strade, ufficî postali, ponti, chiese, scuole... Era anche un ottimo padrone di casa: molto ospitale.


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