"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 1, 3 dicembre 2002


 

 


 

 

 

3dicembre 1909

Religiosamente"

Le mani

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Un polacco

Un consiglio per chi scrive

Ancora soldi

 

Soldi                        

 

Conrad non era né Dickens né Kipling, e dunque pochi soldi dai suoi libri. Così per molti anni. Eppure piaceva a Galsworthy, a Henry James, a H.G. Wells: la cosa aiutava a toccare il cielo con un dito, ma non pagava l’affitto. 

Le cose migliorarono un po’ quando, dal 1902, grazie anche all’interessamento di Henry James, il Royal Literary Fund pensò bene di passargli una piccola pensione di 300 sterline, divenute 500 nel 1905.. Soprattutto, l’agente Pinker fu bravo a ottenere economicamente il massimo per uno scrittore non solo genialmente sperimentale, il che è già grave, ma ispido e complicato. Pinker vendette le opere di Conrad sempre almeno due volte: prima a riviste che le pubblicavano a puntate e poi all’editore del libro; in più Pinker si premurò sempre che Conrad avesse editori diversi già nei paesi anglofoni: e dunque uno per l’Inghilterra e uno per gli Stati Uniti, mossa che risultò vincente.  

Intanto però le tirature dei romanzi restavano basse e le ristampe rare: Conrad era passato dalle 1000 copie dell’esordio con “La follia di Almayer”, alle 2-3000 copie, con poche ristampe, del pur prestigioso editore Blackwood di Liverpool, col quale pubblicò dal 1897 al 1902 e poi di Methuen, editore de “L’agente segreto” nel 1907 e di “Sotto gli occhi dell’Occidente” nel 1911. 

“Sotto gli occhi dell’Occidente” non solo rese pochissimo, ma costò a Conrad come nessun altro libro: la stessa notte della lite con Pinker per il suo rifiuto di far corrispondere alla consegna del primo manoscritto l’ennesimo anticipo, Conrad ebbe un attacco di gotta devastante che gli morse tutto il corpo. Fu l’inizio di un crollo totale che lo bloccò a letto, nello stesso studiolo in cui aveva scritto il romanzo, per quattro mesi. Ecco la lettera che la moglie scrisse all’editore Blackwood:  

“Il romanzo è finito ma la penale va pagata. Mesi di tensione nervosa gli hanno fatto venire un bell’esaurimento. Il povero Conrad sta malissimo e il Dr Hackney dice che ci vorrà un bel po’ di tempo prima che sia in grado di fare qualcosa che richieda uno sforzo mentale (…). Il manoscritto è completo ma non corretto e lui rifiuta ostinatamente che perfino io lo tocchi: è lì sullo scrittoio ai piedi del letto e lui rivive le scene del romanzo e conversa con i personaggi (…) lui, che di solito è tanto depresso dalla malattia, sostiene di non essere malato e accusa me e il dottore, dice che siamo cercando di metterlo in manicomio.” 

 

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