"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003

Racconti di Franz Kafka - Figure


 

Bordelli praghesi

 

Nelle pagine degli scrittori praghesi del principio del secolo si ripresentano spesso le bettole, i ritrovi notturni, le ultime “case di gioia” dell’impero absburgico, con sale adorne di arazzi e di specchi e di tende di velluto rosso, con arpiste cieche e strimpellatori di pianoforte, con ragazze di tutte le terre della monarchia. Il più cèlebre di questi locali, il lussuoso Salón Goldschmied in via Kamzìkovà (Gemsengäschen), paragonabile forse al lupanare di Vienna in cui, nella Milleduesima notte Joseph Roth, lavora Mizzi Schinagl, fu effigiato da Werfel nel raccapricciante racconto Das Trauerhaus (La casa di lutto). Ma anche le osterie, le locande del Castello kafkiano, coi loro afosi sgabuzzini e con quel pigia pigia di fantesche equivoche, odorano di bordello praghese.

(A. M. RIPELLINO, Praga magica).

 

 

Kafka con una prostituta: 

“...ma d’altro canto ho un tale bisogno di cercar qualcuno per averne sia pure soltanto il contatto amichevole che ieri sono stato in albergo con una prostituta. Era troppo vecchia per essere ancora malinconica ma le dispiaceva, anche se non se ne meravigliava, che con tali donne non si possa essere gentili come con un’amante. Non l’ho confortata poiché nemmeno lei ha confortato me”  (Lettera a Max Brod, settembre 1908).

Oltre alle lettere, diverse annotazioni nei diari, nonché la presenza del bordello in tutt’e tre i romanzi.

 

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