"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 8, luglio 2004

 


 

Elogio degli uccelli di Giacomo Leopardi

 

 

8.  Le cose

 

 


Le cose per se stesse non sono piccole. Il mondo non è una piccola cosa, anzi vastissima e massimamente rispetto all’uomo. Anche l’organizzazione de’ più minuti e invisibili animaluzzi è una gran cosa. La verità della natura solamente in questa terra è infinita; che diremo poi degli altri infiniti mondi? Sicché per una parte si può dire che non la grandezza delle cose, ma anzi la loro nullità, così evidente e sensibile all’uomo, è una pura illusione. Ma basta che l’uomo abbia veduto la misura di una cosa, ancorché smisurata, basta che sia giunto a conoscerne le parti o a congetturarle secondo le regole della ragione; quella cosa immediatamente gli par piccolissima, gli diviene insufficiente, ed egli ne rimane scontentissimo (...). Perciò la matematica la quale misura quando il piacer nostro non vuol misura, definisce e circoscrive quando il piacer nostro non vuol confini (sieno pure vastissimi, anzi sia pur vinta l’immaginazione dalla verità), analizza quando il piacer nostro non vuole analisi nè cognizione intima ed esatta della cosa piacevole (quando anche questa cognizione non riveli nessun difetto nella cosa, anzi ce la faccia giudicare più perfetta di quello che credevamo, come accade nell’esame delle opere di genio, che scoprendo tutte le bellezze le fa sparire), la matematica dico, dev’esser necessariamente l’opposto del piacere”  (Zib. 246-8).  


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