"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

25.  Sense of Nihil

 

 

 

 


AMLETO - Perché chi vorrebbe sopportare altrimenti le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo del borioso, le angosce dell’amore respinto, le lentezze della legge, la superbia dei grandi, i calci in faccia…

(Atto III, sc. 2)

 

 «Nella consapevolezza di una verità ormai contemplata, l’uomo vede ora dappertutto soltanto l’atrocità o l’assurdità dell’essere, ora comprende il simbolismo del destino di Ofelia, ora conosce la saggezza del dio silvestre Sileno: prova disgusto.»

(F. Nietzsche, Nascita della tragedia, 1873)

 

 

Il fantasma del papà di Amleto – come Dio – impone al figlio un ordine, non un senso. La conoscenza del senso vero del suo agire, del resto, potrebbe fargli subire in modo peggiore e con maggior dolore il compito a cui è destinato: Vendicami. La domanda sul «senso» di ciò che si fa non è iscritta nella grammatica dell’amletese paterno; solo in quella dell’amletese cadetto. La domanda del senso è il cancro dell’ordine prescritto: sia nel senso del comando imposto dal padre, sia soprattutto della distruzione dell’ordine, del sistema in cui quell’ordine è inscritto. E’ infatti chiaro che fuori sesto può essere il mondo rispetto ad Amleto come anche Amleto rispetto al mondo. La conclusione della tragedia dice qualcosa su questo ed è terribile. La domanda sul senso è mortale a chi la pone; poiché il mondo è di Fortebraccio, l’Amleto problematico non è l’inaugurazione di un modo nuovo di stare al mondo, ma una parentesi: tutt’altro che moderno. Il nichilismo è il lusso degli assenti. Tutto intanto è accaduto perché il padre ha ordinato al figlio senza curarsi di conoscerlo: il figlio ha obbedito al padre nel terrore di conoscerlo.

 

 

Martin Heidegger: «Il nichilismo è il processo storico attraverso il quale il “soprasensibile” viene meno e vede annullato il suo dominio, e di conseguenza l’ente stesso perde il suo valore e il suo senso.»; «come stato psicologico subentrerà di necessità, in primo luogo, se abbiamo cercato in tutto l’accadere un “senso” che in esso non c’è»;  «Ciò che è comune a tutte queste rappresentazioni è che si debba raggiungere qualcosa attraverso il processo stesso – e poi si capisce che col divenire non si mira a nulla, non si raggiunge nulla… Dunque la delusione su un preteso scopo del divenire è una causa del nichilismo»; «Ma appena l’uomo si accorge che questo mondo è stato fabbricato solo in base a bisogni psicologici, e che in nessun modo egli ha diritto a far ciò, sorge l’ultima forma del nichilismo, che racchiude in sé l’incredulità per un mondo metafisico – che proibisce a se stessa di credere in un mondo vero (M. Heidegger, Il nichilismo europeo, Milano 2003).


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