"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13, settembre 2007                                         

 

          n. 13 °*°  William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto °*° n. 13

 


 

 

64. Franz Kafka

 

 


 

AMLETO - Visto che nessuno sa nulla di ciò che lascia, che importa lasciare prima del tempo? Lascia che sia.

(atto V, sc. 2)

 

 

 

La decisione

 

«Sollevarsi da uno stato di abbattimento dev’esser facile persino con energia intenzionale. Mi strappo dalla sedia, cammino intorno al tavolo, rilasso la testa e il collo, faccio avvampare gli occhi, ne tendo i muscoli all’intorno. Lotto contro i sentimenti, saluto A., ora che arriva, con trasporto, tollero gentilmente la presenza di B. nella mia stanza, a casa di C. assorbo in me a lunghe sorsate, nonostante il dolore e la fatica, tutto quanto vien detto.

Ma anche quando le cose vanno così, l’insieme – il leggero e il pensante – si arresterà a ogni errore, impossibile a evitarsi, e io dovrò aggirarmi in cerchio in senso opposto.

Per questo è pur sempre la scelta migliore accettare tutto, comportarsi come una massa morta anche se ci si sente spazzati via, non lasciarsi strappare un solo passo inutile, guardare l’altro con occhi d’animale, ignorare il rimorso, in breve, soffocare con le proprie mani tutto ciò che, come un fantasma, ancora resta della vita, accrescere l’ultima quiete di tomba e non lasciare che nulla sussista all’infuori di essa.

Movimento caratteristico di un simile stato è il mignolo che passa sulle sopracciglia.»

 

(F. Kafka, Racconti, Milano 2002)

 

Tutto il n. 3 del c.s. è dedicato ai racconti di Franz Kafka


 

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