Proprio 
            la bellezza del racconto fu per Pinker, il suo agente, la prova perfino 
            lampante che Conrad non stava più capendo nulla di se stesso: come 
            poteva impantanarsi, ancora più che nel già fallimentare “L’agente 
            segreto”, in una materia così poco sua: lui, un conservatore polacco!, che racconta 
            una storia di terroristi russi; un ex-marinaio confinato nella campagna 
            del Kent, che azzarda un affresco dell’Europa da Pietroburgo a Ginevra… 
            - Quelli di “Nostromo”, 
            “L’agente 
            segreto”  
            e “Razumov” 
            sembravano anni sprecati da Conrad a scavare vicoli ciechi, quando 
            aveva lì, sulla punta della penna, l’armonia perfetta degli oceani 
            notturni e silenziosi, le frasi giuste per dar voce agli scrupoli 
            muti e irrisolvibili di marinai essenziali come uomini senza tempo… 
          
          Così, 
            in una lettera del 18 dicembre, Pinker avverte Conrad che non gli 
            pagherà una sterlina di anticipo sul “Compagno 
            segreto”, pur finito, fin quando non riceverà regolarmente i capitoli di “Razumov”: 
            Conrad sul momento ebbe voglia di bruciare il romanzo (e la moglie 
            nascose il manoscritto), dopo bestemmiò il suo agente e infine tornò 
            a lavorare sul romanzo di gran lena.  
          Scrive 
            così, in una lettera all’amico Gibbon: 
          “Lavorerò 
            come uno schiavo (…) e poi verrò a trovarti urlando e cantando selvaggi 
            canti di guerra con una piuma d’aquila nei capelli e lo scalpo di 
            Pinker alla cintola. Amen!”
          Come 
            tutti i racconti e i romanzi di Conrad, “Il 
            compagno segreto” venne pubblicato all’inizio su una rivista.  
            Poi fece parte – con “Un colpo 
            di fortuna” e “Freya 
            delle isole” - della raccolta 
            di tre racconti “Tra terra e mare”. 
            Il libro uscì nell’ottobre 1912.   
          Proprio 
            del “Compagno segreto”  Conrad 
            era molto soddisfatto. Scrisse all’amico Garnett: “Il Compagno segreto, detto 
            tra noi, ci siamo, 
            eh? Niente maledetti trucchetti con ragazze, eh?” .