“...scintillante 
              miscela di caso, ispirazione,
              
              
              azzurra felicità e capriccio – c’è qualcuno 
              
              
              qui che se ne accorge...?”
              
              
              (E. M. Remarque, Lettera a M.D.)
                                   
                                  
                                  Perché una 
                                  rivista che ama i libri dedica un numero a
                                  Marlene Dietrich?
                                  Si può rispondere anche solo con un 
                                  elenco: per lei hanno scritto 
                                  H. Mann, 
                                  E. M. Remarque,
                                  E. Hemingway,
                                  J. Cocteau,
                                  A. Bosquet,
                                  eccetera. - Se ci si limitasse a 
                                  questo, però, si resterebbe accademici, parrucconi e 
                                  bugiardi: si salterebbe infatti tutta la 
                                  scrittura meticcia delle sceneggiature: parole 
                                  che non hanno riposo nei libri, ma che ancora risuonano, 
                                  che sono state scritte per lei 
                                  prima da von 
                                  Sternberg, poi da 
                                  E. Lubitsch,
                                  A. Hitchcock,
                                  B. Wilder,
                                  O. Welles…
                                  
                                  C’è un impressionante turbinio di genialità, 
                                  dunque, proprio e solo attorno alla Dietrich 
                                  (che di suo scriveva benissimo: per lampi 
                                  discontinui, cercando intensità e brevità che 
                                  piacciono molto al compagno segreto).
              
              
              *°*
              
              Occorre 
              sospettare tenacemente due cose: che il cerchio che delimita le 
              nostre conoscenze, il cerchio interno degli specialismi e 
              delle competenze, è soprattutto il confine esterno della 
              nostra ignoranza,  e che il mondo, dove tutto è 
              connesso infinitamente,  
              è un solo grande Libro. - Di questo Libro, 
              Marlene è un capitolo 
              perfetto: tra parole scritte da lei o per lei, per essere stampate 
              o incise in una pellicola, per restare nell'intimo di una lettera 
              o volatilizzarsi in una telefonata che invece è stata conservata, 
              è sparsa un po’ ovunque, come i pappi su un prato di tarassachi.
              
              Anche per questa sua
              ultima incursione, 
              come già nel caso del numero dedicato agli scrittori medici,
              il compagno segreto si 
              muove dunque in un libro infinito e latente: la voglia di 
              avventura è stata più importante del tesoro che si 
              poteva trovare: non è proprio questo, del resto, che leggi nell’Isola 
              di Stevenson?
               
                            
              
Le
                immagini di questo numero sono di fc