“Sebbene
        dotato di talenti superiori forse a quelli d’alcun altro compositore
        del mondo passato, presente e futuro, non avea mai potuto, in grazia
        delle cabale
        de’ suoi nemici, esercitare il divino suo genio in Vienna, e
        rimanea sconosciuto ed oscuro, a guisa di gemma preziosa che, sepolta
        nelle viscere della terra, nasconda il pregio brillante del suo
        splendore. Io non posso mai ricordarmi senza esultanza e compiacimento
        che la mia sola perseveranza e fermezza fu quella in gran parte a cui
        deve l’Europa e il mondo tutto le squisite vocali composizioni di
        questo ammirabile genio.”  (L.
        DA PONTE, Memorie).
        
        Commenta
        il suo miglior biografo: 
        
“Riguardo
        a Mozart, Da Ponte intendeva dimostrare ciò di cui era fermamente
        convinto, cioè che senza il suo intervento la corte di Vienna non
        avrebbe forse mai offerto al compositore la possibilità di mettersi in
        luce con un’opera italiana”. Quest’opera fu Le nozze di Figaro e dal suo successo a Praga derivò la commissione
        del Don Giovanni e anche del Così
        fan tutte: “E’ una versione dei fatti che, se esagera qualche
        dettaglio, pure non è stata contraddetta nella sua sostanza dai
        documenti emersi più tardi” (A: LANAPOPPI, Lorenzo
        Da Ponte, Marsilio).