"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7 maggio 2004

 

"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodsky


 

 

 


2.  Alghe 

 

 

...l'erba parla 

Sento un verde salmodiare tutto il giorno 

(Anne Sexton, In manicomio e parziale ritorno, 1960)

 “” 

Jaufré faceva le cicéron; con piglio sensorio spiegava come riaccendere le proprie percezioni nelle sere di nebbie e sirene: “prima di tutto si sta a sentire l'odore di Venezia, poi il leggero vento del mare, poi si guarda la Laguna e il canal Grande sperando che abbia l'acqua un po' increspata, poi si scende dalla gondola (sempre il più possibile a Venezia) [...] poi si riprende la gondola se fa abbastanza fresco, poi si sta zitti, poi... ( Lettera a Omaira Rorato, I movimenti remoti, inediti di Goffredo Parise, 1995). L’odore, cosa sarà mai un odore? Amuleto di gioie rarefatte, madeleine di memorie riposte nel sogno? O, più scientificamente,“una violazione dell'equilibrio su cui si regge l'ossigeno, un’invasione di quell'equilibrio da parte di altre sostanze? (Fondamenta degli Incurabili). Sicuramente, “intelligenza dei fiori” (Henry de Monterlant). E delle erbe.

 

 Era una notte di vento, e prima che la mia retina avesse il tempo di registrare alcunché fui investito in pieno da quella sensazione di suprema beatitudine: le mie narici furono toccate da quello che per me è sempre stato sinonimo di felicità, l'odore di alghe marine sotto zero.”  (Fondamenta).

Ora, se il naso è una sentinella in avanscoperta che urla il chi va là (Brillat-Savarin), la felicità dipenderà sempre dall’incontro delle molecole aerine col nostro Sublime Odorista,  scatta nel momento in cui captiamo allo stato libero gli elementi che compongono il nostro essere. E là, allora, ce n'era un bel numero, in uno stato di libertà totale, e io avevo la sensazione di essere entrato nel mio stesso autoritratto sospeso nell'aria fredda” (Ibidem).

 

Le alghe, dunque: ramages assai consolatori; ma pure cespugli di verbasco e critmo marino, erbe more e muraiole, così avviluppate alle grate e alle griglie dei palazzi, sorta di tatuaggi vegetali,  tappeti di moquette parietaria che s'aggricciano alle rocce, schiumano sui ruderi, suggendo soltanto lacrime trasudate dalla pietra affranta. Epperò quale viatico di trasparenza! Gli alchimisti ne traevano un infuso in cui risciacquare il vetro soffiato, perché scomparisse… Sicché vitalissime presenze, e soprattutto là dove il Tempo cessa d’esser incurabile, a san Michele, l’isola dei Morti:  Si trovano spesso vicino ai sepolcri di coloro che sono stati dimenticati da gran tempo e dei quali nessuno si prende più cura. Ho rinvenuto tracce di quelle erbe anche accanto alle lapidi sotto cui riposano i resti mortali del poeta Josif Brodskij, con il quale ebbi a trascorrere diverse serate lontano dalla Russia, e di Igor Starvinskij, che fino a notte inoltrata lenisce le mie insonnie” (Predrag Matvejevic, L'altra Venezia).

 


 

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