Strane
          profezie nel primo racconto che Kafka sentì come pura liberazione e
          rivelazione. Il verdetto è del 1912, e si parla di
          “rivoluzioni russe” che sarebbe però esplose solo cinque anni
          dopo.  
          
          Il
          racconto è profetico a proposito dello stesso rapporto di Franz col
          padre: nel racconto, il padre di Georg Bendemann s’infuria perché
          il figlio starebbe per sposarsi accecato dalla libidine risvegliata da
          una fidanzata lubrica (“perché ha alzato le sottane così,
          quell’oca schifosa”): scena del tutto simile a quella che
          avrebbe vissuto Franz sette anni dopo, quando avrebbe comunicato al
          padre la sua intenzione di sposare Julie Wohryzek, troppo povera e
          troppo ebrea per i desideri da borghese integrato di Hermann Kafka. 
          
          Le
          parole di Hermann le ritroviamo nella “Lettera al padre”: “Non
          ci sono altre possibilità? Se ti fanno paura, verrò io con te”:
          il luogo sottinteso è il bordello. Intanto, la madre entrava e usciva
          dalla stanza, con espressioni di tacita intesa con quel marito
          didatticamente disposto a farsi puttaniere per il bene del figlio.
          Hermann circostanziò l’ipotesi della visita con particolari
          “chiari” che Kafka naturalmente non riporta nella lettera.