Kafka
          è un artigiano notturno e i suoi unici articoli (con quali pialle,
          scalpelli, seghetti, trivelle?) sono lunghe file di Odradek.
          Tutti
          i suoi racconti, diari, lettere e romanzi, sono dei meravigliosi Odradek!
           
          Dell’Odradek
          si dice tutto nel decimo racconto (giusto un paio di pagine) del Medico
          di campagna: "Il cruccio del padre di famiglia".
          Quel
          padre ci racconta che si tratta di un “essere” (ma azzarda una
          volta anche la definizione di “oggetto”) che a noi pare una specie
          di Pinocchio, ma non antropomorfo: sembra tutt’al più un rocchetto.
          Come Pinocchio, pare fatto di legno; soprattutto, come Pinocchio “è
          mobilissimo e non si lascia prendere”, sparendo anche “per interi
          mesi”, anche se poi - fiducia che Geppetto non ebbe per il suo
          burattino! - torna sempre a casa da sé.
           
          Anche
          l'Odradek ispira un atteggiamento paterno, come se lui - il che
          però è indimostrabile - fosse un bambino.
          Del
          resto, se parla, lo fa con “un suono simile al fruscio di foglie”,
          e ridendo. Giorgio Manganelli avrebbe riconosciuto in quel fruscio
          “il  rumore sottile
          della prosa”? 
           
          Odradek
          risponde solo a un paio di domande semplici, e in fondo solo alla
          richiesta del suo nome: “Odradek!”, il quale forse è
          slavo, forse è tedesco, anche se in nessuna delle due lingue, almeno
          se prese da sole, permette di risalire a un senso compiuto.
          Diciamo
          “senso” a ragion veduta, perché è una parola che azzarda già il
          padre del racconto (un Geppetto ancora più perplesso?), il quale ha
          la sensazione di essere al cospetto di qualcosa del tutto privo di
          “senso” (ma cosa vuole dire “avere senso”?), eppure “a suo
          modo completo”.
           
          Non
          è del resto neppure detto che il padre sia davvero il genitore
          dell'anarchico Odradek, o se invece sia preoccupato del fatto che
          “l’essere” possa avere un qualche indefinibile effetto sui suoi
          veri figli - di cui nulla sappiamo - che infatti convivono col padre,
          e l'Odradek, nella stessa casa.
           
          Non
          potrebbe essere una buona fotografia di Metamorfosi, Processo, Castello,
          ecc.?
          Ma
          odradekizzando Kafka non si odradekizzerà la letteratura?