"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:

 


 

 

3. Shakespeare (e de Laclos)

 

 


 

“Dispiace ancora una volta  pensare che Shakespeare non scrisse un Don Giovanni” 

(G. MACCHIA, Vita avventure e morte di Don Giovanni).

 

Eppure un assaggio – chissà perché sempre trascurato - c’è, ed è la più straordinaria scena di seduzione che sia stata scritta: che demonico seduttore sarebbe stato infatti il mostruoso Riccardo di Glouchester, se non fosse stato anche lui ingannato dalla superstizione che “rimescolare il mondo” valga più di rimescolare un letto (ma a sentir la vecchia regina madre anche Riccardo ebbe una giovinezza temeraria, irriverente e spavalda proprio come un dongiovanni)…

 

Davanti a Riccardo III che seduce lady Anna– dunque, un’altra “Anna”… –, la stessa trappola ineccepibile di Valmont per far sua la Presidentessa nelle Relazioni Pericolose si scolora. Qui succede ben altro: l’assassino seduce la vedova davanti al corpo ancora caldo del marito; la seduce da omicida conclamato e per di più mostruoso, trovando sempre dove insinuare turbamenti tra le maledizioni e gli sputi della povera donna…

 

“Chi conquistò donna con quell’animo?”: Riccardo come sempre sa i suoi meriti. – E Shakespeare è oscenamente credibile, ché toglie il fiato e seduce noi che appena assistiamo, e dà la stura a una forza animalescamente persuasiva, disperatamente calamitante: chi vuole fin dentro le ossa il fascino di un Male non banale, si accomodi…

Colpisce l’identità tra la disciplina ferrea a dissimularsi, a cui s’è costretto per ambizione e vendetta il tiranno deforme (“insidie ho teso, induzioni fatali”) e, sempre nelle Relazioni di de Laclos, le parole della dongiovanna suprema, la Marchesa di Merteuil che, ricca solo di “pensiero”, già a quindici anni s’era fornita da sola “dei talenti ai quali la maggior parte dei nostri politici devono in gran parte la loro fama”… 

Necessità dell’attore: per sottoporre a sé le forze terribili ed elementari elencate una volta per sempre da Machiavelli, sia il politico che la libertina sanno che basta “mettere insieme lo spirito d’un autore e il talento d’un commediante” (de Laclos, Le relazioni pericolose, lettera LXXXI): dissimulazione strenuamente disonesta.

 


 

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