"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007                                      

 

             n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

 

5. Bachelard

 

 


 

«L’acqua è la patria sia delle ninfe viventi che delle ninfe morte. L’acqua è il vero elemento della morte femminile. Nella prima scena tra Amleto e Ofelia, Amleto – seguendo in ciò la regola della preparazione letteraria del suicidio – come se egli fosse un indovino che predice il destino, esce dalla sua profonda fantasticheria mormorando: “Ecco la bella Ofelia! Ninfa, nelle tue preghiere, ricordati di tutti i miei peccati” (Amleto, atto III, sc. 1). Da allora, Ofelia è destinata a morire per i peccati altrui, ella deve morire nel fiume, dolcemente, senza clamore. La sua breve vita è già la vita di una morta. Questa vita priva di gioia è forse altra cosa di una vana attesa, di una povera eco del monologo di Amleto?

 

(…)

 

Ofelia potrà essere dunque per noi il simbolo del suicidio femminile. Ella è veramente una creatura nata per morire nell’acqua, ella vi ritrova, come dice Shakespeare, “il suo proprio elemento”. L’acqua è l’elemento della morte giovane e bella, della morte fiorita e, nei drammi della vita e della

letteratura, ella è l’elemento della morte senza orgoglio e senza e senza vendetta, del suicidio masochista. L’acqua è il simbolo profondo, organico della donna che non sa che piangere le sue pene e i cui occhi sono così facilmente “annegati dalle lagrime”.

 

(…)

 

L’uomo, di fronte a un suicidio femminile, comprende questo affanno funebre tramite la parte femminile che è in lui, come Laerte. Egli torna uomo – ridiventando “secco” – quando le lagrime hanno cessato di scorrere.

 

(…)

 

Invano, si cercherà di riportare sulla terra i resti di Ofelia. Ella è veramente, come dice Mallarmé, “una Ofelia mai annegata … gioiello intatto nel disastro”. Nei secoli, ella apparirà ai sognatori e ai poeti, galleggiante sul suo ruscello, con i suoi fiori e la sua capigliatura sparsa sull’onda. Ella sarà l’occasione di una delle sineddochi poetiche tra le più luminose. Ella sarà una capigliatura galleggiante, una capigliatura sparsa per i flutti.»

 

(G. Bachelard, Il complesso di Ofelia, in L’eau et les rêves)


 

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