"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 


n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

40.  Testimone d'accusa

 


AMLETO - Assassinio!

(Atto I, sc. 5)

 

«lo spirito del vecchio Amleto e di Banquo ci rimangono estranei, sono esseri incomprensibili.»

(L. Tieck, Il meraviglioso in Shakespeare, 1793)

 

 

…come in Rashomon (A. Kurosawa, 1950), non basta uno spettro per accedere a un po’ di verità. Fallita ogni promessa di trascendenza. Invece che squarciarne il velo, lo infittisce con la sua versione inverificabile. Il «brav’uomo», l’«amico della cantina» (Atto I, sc. 5) è chiaramente un morto per niente: ugualmente spietato, rancoroso, vendicativo, asfissiante.

 

L’inchiesta di Amleto è doppia: inchiodare Claudio è lo stesso che provare l’onestà dello Spettro («osserva mio zio; se la sua colpa occulta non si stana a un certo discorso, è uno spettro dannato quello che noi abbiam visto», Atto III, sc. 2). Ha però tutta la vana onestà di un’inchiesta impossibile: lo spettro ha offerto la sua versione, coerente come un oroscopo, sufficiente agganciata ai pochi fatti conosciuti. Ma quello contro Claudio resta un processo indiziario dalle prove volatilizzate. Lo Spettro aggiunge parole sue su un fatto inafferrabile, più sfuggente che Amleto coi suoi spioni, e se noi sappiamo che Claudio è colpevole è solo perché da spettatori possiamo spiare un soliloquio che solo Dio, se ci fosse, potrebbe ascoltare con noi.

 

Nomina nuda (U. Eco, Il nome della rosa, 1980) e quindi Res nudae tenemus: insostenibile leggerezza di una ben poco filosofica epoché… Un limbo del giudizio, e quindi dell’azione. Anticamera per persuadersi dell’ingiustificabile infondatezza di tutto. Perché anche una propria azione, una volta fatta, è uno spettro.

 

Non resterebbe che credere o non credere allo Spettro: un salto nella follia! - «Credere a qualcuno che vi dice «credi-mi» (un credere incondizionato, a occhi chiusi, senza controllo, senza garanzie probabilistiche, senza indizi positivi, ecc.) è straordinario tanto quanto assistere a un miracolo» (J. Derrida, «…e soprattutto: niente giornalisti!», Roma 2006). Dunque, è proprio quanto non si può chiedere. Se accade, è come una vocazione.

 

 

Amleto come l’opposto del Faust. Il dottore pensa al dominio  dei fantasmi (»Che ebbrezza mi dà quest’idea! / Costringerò le ombre a darmi tutto ciò che desidero? / A sciogliere tutti i miei dubbi?», C. Marlowe, Dottor Faustus, Atto I, sc. 1). Ad Amleto un’onesta obbedienza.


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