"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003


 


 

 

7. Scrivere "La Metamorfosi"

17 novembre 1912. 

E’ domenica e Kafka è a letto, chiuso nella sua stanza. La notte aveva scritto qualche pagina del Disperso, ma senza soddisfazione. Aveva sognato che un postino magico gli consegnava ben due lettere di Felice. Rimase allora a letto ad aspettare – i postini lavoravano anche di domenica! – un postino meno onirico con lettere più palpabili. Lo aspettò vanamente per due ore: con una strana angoscia crescente. Nella Mitteleuropea le poste erano celeri: una lettera spedita da Felice la sera da Berlino, era a casa di Kafka al mattino verso le dieci. 

L’idea dell’uomo-insetto nasce lì, in quell’attesa dolorosa. La sera stessa si mise a scriverlo. Come Conrad, che quando fu preso dall’idea del Compagno segreto sospese l’annosa scrittura di Sotto gli occhi dell’occidente, Kafka lasciò il Disperso: all’inizio, immaginava di essere sul punto di inoltrarsi in qualcosa che avrebbe inselvatichito al massimo un paio di pagine e una sola notte.

Come Conrad la sua storia sul misterioso clandestino, Kafka terminò La Metamorfosi, “storia di porte che si aprono e che si chiudono” (R. Calasso, K), in venti giorni: il 7 dicembre.