"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003

Racconti di Kafka

Giochi di mano


 

Nel Processo c’è Leni, ed è tutto un universo di turbamenti.

Leni è l’infermiera-cameriera che offre il proprio corpo ”florido, flessuoso, caldo…apparteneva a K”; lo offre come se si trattasse d’una merce, lei stessa è la moneta vivente dello scambio! 

Dispone di sé, come fosse solo un corpo; e lo fa senza rimorsi, senza pensieri, del tutto dis-pensata, de-pensata.

E gli dice, poi: “la chiave di casa é questa vieni quando vuoi”; gli manda baci su baci dalla soglia dell’ingresso, dopo l’incontro amoroso nello stanzino.

“E Leni mi cura bene è molto brava” dirà l’avvocato malato di lei, e noi maliziosi a sospettare… Leni che si fa accarezzare da K. in quell'ossesso di camera buia asfissiante, si fa accarezzare da K mentre l'avvocato -anche lui- le accarezza la mano! 

 

In quell’istante è il guizzo dello scrittore: è lui ad accorgesi della morbosità del fatto, è lui a notarlo, gettandoci sopra un faro, l’intero parco luci delle quinte.

Dai discorsi vaghi generali, le presentazioni, i convenevoli dei capoversi precedenti, si passa, infatti, con una vibrante staffilata all'immagine netta, precisa - un fotogramma - della mano accarezzata. 

Sembra un particolare alla Paolo Uccello, alla Eisenstein... eccolo il Desiderio irresistibile! Come fosse frammentato in piccole tessere di mosaico, ognuna è microcosmo della passione, in ognuna si è nella “sensazione” (Deleuze); lì c’è già tutto:“il gioco del Fuoco e del Fato…e solo nell’ora amara delle offese, da una lontananza irrevocabile, ne traluce un angelo triste” (A. Blok)

 

torna su

 torna a