Durante
        l’occupazione nazista della Cecoslovacchia, l’appartamento di Milena
        diventò un luogo di incontro e di asilo per ebrei ed oppositori: se ne
        potevano trovare anche dieci assieme. Milena “apriva la casa a
        chiunque, parlava con tutti senza il minimo riserbo, si rifiutava di
        osservare le più elementari misure di sicurezza e riteneva
        fondamentalmente dimostrare apertamente la sua ostilità ei confronti
        degli invasori fascisti. La si incontrava normalmente per strada in
        compagnia dei suoi amici ebrei, e quando a Praga giunse la notizia che i
        nazionalsocialisti costringevano gli ebrei polacchi a portare una stella
        gialla sull’abito, lei stessa si appuntò sul mantello una stella di
        David che ostentò tranquillamente nelle strade di Praga. Voleva dare
        l’esempio, sperava che i suoi compatrioti cechi l’avrebbero
        imitata.” 
        (M.
        BUBER-NEUMANN, Milena, l'amica di Kafka).
         
        Agenti
        della Gestapo la interrogarono per sapere se frequentasse ebrei: 
        “Certo,
        ha qualcosa in contrario?”
        “Anche
        la sua bambina è figlia di un ebreo?”
        “Purtroppo
        no, ma è un puro caso.”
        “Stia
        bene a sentire: non siamo abituati a risposte di questo tipo!”
        “Neanch’io
        sono abituata a domande di questo tipo…”
         
        Milena
        fu reclusa in un campo di concentramento dopo pochi mesi.