"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13, settembre 2007                                         

 

          n. 13 °*°  William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto °*° n. 13

 


 

 

61. Tolstoj vs. Orwell

 

 


 

«Il genio di Tolstoj era inesauribilmente letterale. Sulla sua copia di Amleto aveva segnato un punto di domanda a fianco della didascalia Entra lo Spettro

(G. STEINER, Tolstoj e Dostoevskij, Milano 1995)

 

«…le opposizioni serie e argomentate [a Shakespeare] si sono fatte molto rare dopo il 1830.

La più nota fu quella di Tolstoj (George Orwell cercò di presentarla e di analizzarla nel saggio Tolstoj, Lear and the Fool, 1947). Tolstoj, che era egli stesso creatore supremo di forme animate e drammaturgo di notevole forza, decretava che il teatro di Shakespeare era in gran parte puerile nei sentimenti, immorale nella visione fondamentale del mondo, retoricamente esagerato e spesso intollerabile per la ragione adulta. Re Lear, in particolare, era un polpettone crudele e infantile (quel salto dalla scogliera di Dover!) «indegno di ogni seria riflessione critica». Ci sarebbero molte cose da dire sul realismo ascetico e puritano di Tolstoj, sul suo odio viscerale per il «far finta» e sulla rabbia segreta, inconscia che forse provava davanti a Lear, davanti alla creazione di Shakespeare che prefigurava in modo inquietante il suo destino e la sua fine tempestosa. Tuttavia, persino se teniamo conto delle motivazioni psicologiche e della sua miopia ideologica, alcuni punti della critica tolstojana rimangono degli di attenzione accurata.»

(G. Steiner, Una lettura contro Shakespeare, in Nessuna passione spenta, Milano 1996)


 

 torna a  

 

torna su