"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13, settembre 2007                                         

 

           n. 13 °*°  William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto °*° n. 13

 


 

 

76. Stendhal

 

 


 

Sull’happy few di Stendhal: sono felici non perché siano pochi, ma sono pochi perché la felicità è rara. Ricaviamo dai due Racine e Shakespeare e da Ricordi d’egotismo perle sulla gioventù, il teatro, Shakespeare.

 


«Comprai qualche volume di Shakespeare, edizione inglese a 30 soldi l’uno, li leggevo alle Tuileries e spesso abbassavo il libro per pensare a Métilde.»

(Ricordi d’egotismo, 1893)

 

«Credo che ormai bisogna scrivere tragedie per noi, giovani dell’anno di grazia 1823, gente a cui piace ragionare, seria e invidiosetta.»

(Racine e Shakespeare, 1823)

 

«L’effetto di un’idea politica in un’opera letteraria è come un colpo di pistola nel bel mezzo di un concerto»

(Racine e Shakespeare, 1825)

 

«Perché a vent’anni, checché se ne dica, vogliono divertirsi e non ragionare (e fanno bene).»

(Racine e Shakespeare, 1823)

 

«Lo spettatore, se non è un pedante, si interessa unicamente ai fatti e allo sviluppo delle passioni che gli vengono presentate. Nella testa dei Parigini che applaudono Iphigénie en Aulide, e in quella degli Scozzesi che ammirano la storia dei loro antichi sovrani, Macbeth e Duncan, accade esattamente la stessa cosa. La sola differenza è che i Parigini, figli di papà, hanno preso l’abitudine di prendere in giro quegli altri.»

(Racine e Shakespeare, 1823)

 

Racine «se  vivesse oggi, e con il coraggio di seguire le nuove regole, farebbe una tragedia cento volte migliore di Iphigénie: invece di suscitare soltanto ammirazione, sentimento un po’ freddo, farebbe scorrere fiumi di lacrime.»

(Racine e Shakespeare, 1823)

 

Ma per provare i sentimenti legati a una illusione così perfetta «bisogna non avere quarant’anni»

(Racine e Shakespeare, 1823)

 

 «Come convincere un letterato di cinquant’anni, che ammira la naturalezza di Zamore, in Alzire [tragedia di Voltaire], che il Macbeth di Shakespeare è un capolavoro dello spirito umano?»

(Racine e Shakespeare, 1825)

 

«Imitare oggi Sofocle ed Euripide, e pretendere che queste imitazioni non facciano sbadigliare i Francesi dei nostri giorni, è classicismo.»

(Racine e Shakespeare, 1823)

 

«Ci sono dei classicisti che si chiudono a doppia mandata per leggere Omero in francese, dato che non conoscono il greco»

(Racine e Shakespeare, 1825)

 

 

«Ecco tutto il segreto del vostro risentimento contro Shakespeare: che ne sarebbe delle vostre tragedie il giorno in cui verranno rappresentati Macbeth e Otello, tradotti da Madame Belloc [Louise Swanton Belloc, di origine irlandese, traduttrice, autrice di un Lord Byron per il quale Stendhal aveva fornito alcuni particolari]? Racine e Corneille, in nome dei quali parlate, non hanno nulla da temere da questo confronto; ma voi?»

(Racine e Shakespeare, 1825)

 

«Non appena ficcate la politica in un’opera letteraria, appare qualcosa di odioso, e quindi l’odio impotente. Ora, quando sarete in preda all’odio impotente, questa fatale malattia del nostro secolo, non sarete certo in grado di ridere, d’una cosa qualsiasi.»

(Racine e Shakespeare, 1825)

 

«L’effetto di un’idea politica in un’opera letteraria è come un colpo di pistola nel bel mezzo di un concerto»

(Racine e Shakespeare, 1825)

 


 

 torna a  

 

torna su