"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13, settembre 2007                                         

 

           n. 13 °*°  William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto °*° n. 13

 


 

 

77. W. H. Auden

 

 


 

«Chi va a dimostrare che il Bardo

Era sobrio mentre scriveva

Che questo mondo di fatto che amiamo

È non sostanziale scarto;

tutto il resto è silenzio

dall’altra parte del muro:

e il silenzio è maturità

e la maturità è tutto.»

 

(W. H. AUDEN, Il mare e lo specchio)

 

«Shakespeare sta anche plasmando un verso più flessibile. Aveva esordito con una scansione alla Marlowe e con versi lirici consoni a nobili passioni. Nell’Amleto sperimenta la cesura, la pausa a metà verso, per dar vita a una voce intermedia, che non suoni né appassionata né prosaica. L’Amleto denota inoltre un’evoluzione nell’uso del doppio aggettivo. Da un’espressione tautologica come «le dolci frasi / di miele» (Enrico V, I, i, 50) passa nell’Amleto a coppie di aggettivi che coniugano l’astratto con il concreto: si vedano, per esempio, le battute di Orazio «sono parole assurde e scombinate, monsignore» (I, v, 133), e di Amleto «guidato da un principe tenero e delicato» (IV, iv, 48)

(W. H. Auden, Lezioni su Shakespeare, Milano 2007)


 

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