"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 

 


n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

48.  Babbi

 


“Oh, come questo mal di madre gonfia e mi sale al cuore! Hysterica passio!”

(W. Shakespeare, Re Lear, II, 3)

 

«il padre aveva deciso di bombardarlo.»

(F. Kafka, La metamorfosi)

 

 

A cose fatte, tutte le gravidanze si confessano isteriche, e ha torto marcio Schopenhauer quando scrive che «le qualità morali sono ereditarie da parte di padre» (A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena).  Mai una volta che i figli, questi equivoci, corrispondano all’utero mentale che li ha covati fantasticamente! Così, mentre i pargoli si fanno sempre meno prensili, genitori catastrofici insistono a pretendere dalle loro cucciolate in fuga indecifrabili idiozie essenziali, ritualità senza un dio se non per loro, quisquiglie e minuzie snervantemente permanenti: il che, direbbe netto quel gran figlio di Kafka del Franz, è già più di tutto! Né - disse una volta a una mamma il gelido Freud, patriarca a sua volta catastrofico e frustratissimo - c’è mai niente da fare. E’ così e amen: non si danno che genitori sbagliati. Patrimoni per Pandemoni.

 

Il disastro genitoriale del non comprendere, come perfino nel più vero degli amori, deve corrispondere a qualcosa di essenziale e non medicabile: una dissimmetria evidentemente pretesa in natura e calcolata ab ovo… Se vi sono eccezioni, sono solo ironiche. Ammesso che ve ne sia poi ancora qualcuno (ma codesto è un altro discorso che porterebbe troppo lontano) la potenza del babbo appare tanto più fascinosa in quanto capace di fulmini e tempeste già con la sua stessa assenza: evidente pericolo di chi rischia di assomigliare a un dio. I babbi! Accurati nel fallirne le vocazioni, inesausti nel coartarli – perfino dalla tomba! – all’obbedienza dell’impossibile, il meglio che potrebbero fare, assolta all’amorevole svezzatura dei cuccioli, sarebbe non impicciarsene più. Un po’ come pensava Platone, che avrà avuto davanti la divina saggezza dei gattini. Ma, direbbero i babbi, allora perché farli se non per noi?


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