"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 

 


n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

57.  Fortebraccio forte chiasso

 


 

«Il suo chiasso non ha significato: chiasso storico e basta»

(a proposito di Contini: C. Bene, Lorenzaccio, in Opere, Milano 2002)

 

«Il lavoro si concluderà su una sospensione, con un rumore violento che si ferma all’improvviso, che blocca ogni cosa, mentre cala il sipario.»

(A. Artaud, Il teatro e il suo doppio)

 

  

«Qui entra con la sua gente Fortebraccio in un fragore assordante di tamburi: è completamente in armatura, elmo compreso, la celata abbassata, carico d’armi come un asino, mazza ferrata, ascia, spadone, alabarde interminabili, come i suoi soldati del resto, talmente tutti armati da causare danni ovunque o da non essere addirittura contenuti in scena. La luce si spegne a tratti in pochi secondi con le parole di Fortebraccio, d’altra parte inintelligibili, perché le grida nell’elmo, rovesciando con una picca involontariamente un copione disposto su un leggio vicino. Qui buio completo. Tuoni e cannone. Fortebraccio continua a mugolare – luce in sala a fine dello spettacolo – “Perché, s’egli avesse regnato, eventualmente posto alla prova, sarebbe stato grande re…”.»

(C. Bene, Opere, Milano 2002)

 

«…da applaudire l’arrivo di Fortebraccio immerso in una scricchiolante armatura da spettro e il suo afflosciarsi sul trono conquistato, come un burattino. Dopodiché, tutti exeunt.»

(E. Flaiano, Amleto di Carmelo Bene, 6 aprile 1967, in Lo spettatore addormentato)

 


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