"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 


n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

34.  Senza cuore

 


 

AMLETO - Essere pronti è tutto.

(Atto V, sc. 2)

 

 

Mentre l’Automa Amleto s’ingegna per una vita inopinatamente da farsi (obbedire a un fantasma!), tiene petrarchescamente un resto d’Anima più extra-animale e subliminale per sé e per il nulla: per filare e sbavare – è una vocazione? - il filo di seta della sua fastosa lunarità; oppure per giocare a qualunque cosa – scherma, teatro, teologia – purché sia chiaramente e dichiaratamente un gioco.

 

Da quell’urna di inconfessabile Non-Essere, buco impresentabile a papà se non altro perché, benché avulso da Regno e Governo è pur sempre troppo vigile e prolettico, Amleto coltiva il non luogo a procedere: almeno a non procedere col cuore.

Capiàmolo: non è che un figlio. Né fin qua vi sarebbero guai o dissonanze: il povero protervo papà dalle orecchie avvelenate non pretende – opinione minimalista di monarca protostorico – il cuore di Amleto, ma una sola azione!

 

E infatti: l’ottuso Babbo Fantasma non è interessato che il figlio gli dia fede, tant’è che non s’offende a vederlo dubitare di lui: egli è un Babbo, e gli basta che obbedisca.

Ma il figlio non capisce, per cui sbaglia, intanto, un’altra battuta: ché l’obbedienza, non l’azione, è tutto! – Codesto è il punto su cui i padri patrigni e zii, per il resto ferocemente discordi di questa serie di faide incrociate si ritrovano odiosamente tutti dalla stessa parte: Amleto e Fortebraccio senior, Polonio, Claudio… i padri tengono inchiodata la marcia Scandinavia al suo medioevo pedagogico mica per niente.

 

«Appunto», direbbero Macbeth, Bruto e tanti altri shakespeariani eroi del far troppo sapendolo: signori però, che, a differenza di Amleto, non hanno studiato a Wittenberg. Malgrado Benjamin, dei frutti di quella rivoluzionaria Università a questo punto è inevitabile dubitare. Lì infatti il frate agostiniano che esordì alla grande con le celeberrime Tesi contro le indulgenze, già da subito ex catedra insisteva che, al cospetto vertiginoso di Dio,  non sono le miserrime opere degli uomini che salvano o dannano, ma Dio stesso!… - Ora, a Amleto papà di Amleto figlio basta quello che Macbeth pretende da se stesso: un’opera sola fatta bene e presto.

E’ proprio il contrario di sant’Agostino: fallo, e ama chi vuoi!

 

E’ una logica che ci suona così familiare che pare di esserci: anche l’etica dello Stato e del capitalismo, a differenza di quella calvinista, non richiedono la grazia che Amleto sembra pretendere da se stesso per santamente sgozzare l’assassino di papà. Stato e capitalismo, ben più adulti e saputi, s’accontentano di prestazioni prostitute e orgasmi fittizi. Niente sempre esagerate adesioni del cuore, ma il rispetto delle scadenze sì. – Ah, liberalità dell’Occidente! Solo nel caso di difetto su questi brevi semplici punti la faccenda diventerà feroce, ma non su altri.


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